Opinioni Caeranesi

Mauro Marconato

Viva la Sicilia!
Come previsto il PD ha subito in Sicilia una grande batosta, che proietta ombre di sconfitta anche sulle prossime elezioni politiche. Io speravo che vincessero i pentastellati, per vederli all’opera, come a Roma e Torino, in una realtà ancora più complessa, piena di sprechi, di privilegi ingiustificati della classe politica locale, di ataviche incrostazioni mafiose ecc.
Loro speravano di vincere, per ipotecare il governo nazionale, io per cominciare a vederli all’opera anche in una regione particolare e quindi a intraprendere la strada del loro declino.
In Italia, infatti, ed anche in Sicilia, per vedere il ridimensionamento di un partito basta solo farlo governare, perchè viviamo in un paese pieno di contraddizioni, di resistenze conservatrici, di lobby potenti ed intoccabili, di giornali e trasmissioni tv (salvo rare eccezioni) che sputtanano tutti e creano malcontento e rabbia tra i cittadini.
Un paese in cui tutti sono in guerra contro tutti e le opposizioni non svolgono un ruolo di controllo e proposta, ma quello della sistematica ed ossessiva delegittimazione di chi governa.
La gente ogni volta ci casca e anziché riflettere sui gravi problemi del paese e sulle colpe di molti italiani, in particolare di chi evade le tasse, alimenta il lavoro nero, vive nel pianeta della corruzione e della truffa, dell’abusivismo e dei privilegi, spera sempre nel nuovo salvatore della patria: Berlusconi, Prodi, Monti, Renzi, Grillo, Salvini e magari finiremo con Casa Pound.
Ma i siciliani non si sono fidati fino in fondo dei pentastellati. “Vuoi vedere che questi fanno sul serio? Meglio puntare su Berlusconi, che conosciamo già”.
Così ha vinto il centrodestra, che sa navigare benissimo tra le placide e gattopardesche acque della società siciliana, che attenuano e nascondono i problemi di sempre: illegalità mafiosa, abusivismo, clientelismo, scarso senso civico (basti pensare ai dati sulla raccolta differenziata), pretendere sempre tutto dallo stato ecc.
Anche le grandi qualità del popolo siciliano, in particolare l’accoglienza, devono essere state messe in crisi dal continuo arrivo dei profughi, un problema drammatico che i governi di centrosinistra e l’Europa non hanno saputo affrontare efficacemente.
In effetti, come in tutta Italia, ormai il consenso ruota soprattutto intorno a due temi: immigrazione e sicurezza, anche se molti, soprattutto a sinistra, continuano ad insistere su lavoro e povertà. Altri temi, del resto, a cui la sinistra tutta non sa più dare risposte, sia in Italia che in Europa, di fronte alla globalizzazione. 
Il terzo tema che farà stravincere la destra leghista nel Lombardo Veneto è quello dell’autonomia o addirittura delle nuove regioni a statuto speciale, abilmente alimentato da Zaia, proprio in funzione delle prossime elezioni nazionali.
Fa specie che la Sicilia, la più odiata delle regioni a statuto speciale italiane, si sia messa nelle mani di quel centrodestra che annovera tra i suoi componenti di spicco proprio Salvini, compare di Zaia che, se potesse e fosse sincero, la degraderebbe subito a regione a statuto ordinario.
Ma la storia si ripete ed anche ai tempi del primo centrodestra di Berlusconi, alleato al nord con Bossi ed al sud con Fini, la Sicilia votò in massa per loro.
Non so se a perderne saranno i siciliani o i veneti. Vedremo.
Quanto al PD, io credo che sia in un cul de sac, da una parte non può sacrificare Renzi, votato alle primarie da 2 milioni di persone, dall’altra non può certo allearsi con i bersaniani e la pletora di sinistri vari, che pretendono solo di fa fuori il suo segretario. Non ho mai visto, infatti, che delle forze politiche similari non si mettano d’accordo sui programmi e noi dell’arcipelago della sinistra ne abbiamo fatti di bellissimi, addirittura di centinaia di pagine, con Prodi, Bertinotti, socialisti, verdi di turno, comunisti nostalgici ecc.
Il problema è sempre stato dopo, quello di governare, ed oggi non cambierebbe la scena consueta degli scontri e delle spaccature fallimentari, una volta al governo, con i vari D’Alema, Bersani, Pisapia, Grasso, Scotto ecc.
Penso allora che Renzi debba andare alle prossime elezioni, restando segretario del partito e candidando qualcun altro a Presidente del Consiglio, allearsi con forze politiche non impostate sull’anti-renzismo, ed accettare serenamente di perdere. Tanto i pentastellati si sgonfieranno abbastanza presto, nell’impotenza dell’opposizione e dell’arrogante isolazionismo ed il centrodestra governerà per 5 anni risolvendo ben pochi problemi degli italiani.
Anche se oggi sembra più difficile, la storia politica italiana, in particolare della DC, ma anche del PCI, ha avuto leader che sono sopravvissuti per decenni, con luci e ombre, sconfitte e ritorni, ed alla fine sono rimasti nella nostra immaginazione come politici veri ed anche statisti, rispetto ai molti putinot o burattini di oggi, gonfiati da improvvisi ed imprevisti consensi elettorali e dalla pletora di talk show compiacenti e deleteri.
In fondo, secondo me, abbiamo quello che ci meritiamo. 
Mi dispiace soprattutto per il mondo della scuola, che ha tanto criticato Renzi e si ritroverà con la Gelmini.