Cosa stiamo imparando da questa pandemia? O almeno cosa sto imparando io? Che la sanità italiana deve essere pubblica (a garanzia che sia uguale per tutti) ed adeguatamente finanziata, ponendo fine alle ambiguità ed ai favori concessi a quella privata. Che esista va bene, ma senza ammiccamenti e favori. Tornare alla riforma Bindi: i medici dovrebbero scegliere tra pubblico e privato e basta. Che l’autonomia, visti i conflitti emersi tra governo e regioni, con queste ultime in contraddizione anche tra di loro, va concessa a tutte in maniera uniforme e limitata, escludendo sanità, scuola e tutto ciò che è strategico per il Paese e che va garantito a tutti gli italiani in modo ugualitario. Che l’evasione fiscale e il lavoro in nero sono un danno enorme per il Paese. Vanno combattuti in ogni modo. Perché non assegnare allo Stato centrale tutte le tasse dei dipendenti pubblici e privati (soldi sicuri, trattenuti alla fonte) con cui finanziare sanità, scuola, esercito ecc. (tutto ciò che è strategico). Per il resto ogni regione si arrangi investendo province e comuni nel controllo e nella riscossione delle tasse, per stanare più facilmente gli evasori (una volta in ogni comune c’era una commissione tributaria e venivano pubblicate le denunce dei redditi dei cittadini). Che in Italia, pur senza generalizzare, ci sono molti cittadini che figurano come poveri e che dal loro lavoro sembra non mettano da parte niente che gli possa aiutare a sopravvivere per qualche mese, per cui lo Stato deve aiutare, oltre ai probabili milioni di poveri veri, anche tanti “nuovi sorprendenti poveri” che battono cassa, spesso urlando e sbraitando. Del resto mungere lo Stato è sempre stato uno sport nazionale Che ci sono molti italiani che denunciano solo una parte del loro reddito, ma che poi pretenderebbero di essere ristorati anche per la parte nera che non denunciano. Che ci sono molti lavoratori in nero che in occasioni come queste restano fregati, a meno che non percepiscano un reddito di cittadinanza truffaldino. Che ci sono in giro tanti italiani, tutti noi ne conosciamo qualcuno, che hanno chiesto e ricevuto i ristori pur non avendone bisogno ed avendo conti correnti sostanziosi o altri redditi da beni immobiliari, titoli finanziari ecc. diversi da quelli provenienti dal loro lavoro. Che ci sono in giro sindacati irresponsabili, come quelli degli statali, per niente penalizzati dalla pandemia, che scioperano in questo momento perché il governo ha stanziato pochi soldi per i rinnovi contrattuali, o come quelli della scuola che si oppongono ai doppi turni che avrebbero evitato il caos dei trasporti e l’insegnamento a distanza. Che abbiamo una classe politica scadente, con una maggioranza che si divide continuamente e con un’opposizione irresponsabile che rema sempre contro, sobillando la gente invece che collaborare ad uscire dalla grave crisi crisi che stiamo vivendo Che ci sono in giro un sacco di imbecilli e cretini, che negano nei fatti e prima di tutto la loro intelligenza, che seminano notizie false, che credono ai complotti e che si bevono le cretinate dei vari Sgarbi, Porro, Giordano ecc. e di soggetti come loro, pronti a tutto pur di mettersi in mostra e guadagnare cifre enormi in TV a danno e a burla anche dei poveretti che li seguono e li apprezzano. Che gli scienziati non sono tutti uguali, che hanno idee diverse e che sono sensibili anche loro alle sirene mediatiche, con alcuni di essi che meschinamente fanno prevalere le loro idee politiche sui dati scientifici, pur di fare audience e compiacere i loro amici o finanziatori politici Che la stampa, molti commentatori, anche alcuni “miti” della sinistra, come Massimo Cacciari, molti talk show televisivi ecc. stanno stressando, per fortuna, tanti italiani con le loro trasmissioni e presenze ossessive, alla ricerca continua di quello che non va, con la supponenza e l’arroganza di chi crede di sapere tutto, senza mai proporre soluzioni vere, praticabili, alternative e senza mai il coraggio di incalzare e bastonare il politico di turno che dice impunemente cazzate o cose non vere. Che in Italia paghiamo anni di malgoverno, sia di destra che di sinistra, di riforme non fatte, di controriforme, di servizi statali inefficienti, di infrastrutture fatiscenti, di burocrazia endemica (con carte, pratiche e tempi lunghissimi) ecc. che ostacolano la crescita del Paese. Che abbiamo una giustizia schizofrenica, in particolare quella dei TAR, che si contraddicono tra loro, a seconda della zona in cui operano, ma anche quella generale, che spesso blocca iniziative, lavori pubblici ecc. inquisendo troppo facilmente sindaci , amministratori, uomini politici ecc., molti dei quali vengono poi assolti dopo anni di linciaggio mediatico e dopo la fine di ogni carriera sia lavorativa che politica (Vedi ad esempio il caso di Bassolino, sindaco di Napoli e poi presidente della Campania, assolto da tutte le accuse dopo… 19 anni). Che abbiamo una classe industriale, salvo limitate eccezioni, alla Del Vecchio, che si lamenta sempre e che chiede continuamente risorse allo Stato, privilegiando esclusivamente i propri interessi, fino a spingere per ritardare il lockdown, come è successo a febbraio, in Lombardia. Che l’Europa può essere diversa, come sta avvenendo, ma non l’Europa che vogliono Ungheria e Polonia, gli amici di Salvini e Meloni, che limita i diritti civili, che prende più soldi di quello che versa e che si prende le nostre aziende, tassandole meno e pagando meno i lavoratori. Che è ora di tassare le grandi multinazionali dell’e-commerce e dell’economia digitale, controllando e garantendo, dove necessario, anche i diritti dei loro dipendenti. Che non si possono più tollerare le notizie false e gli imbecilli del Web ricorrendo a sanzioni, come per chi fa apologia del nazismo e fascismo e per chi usa la violenza negli stadi o nelle piazze. Che gli anziani sono la memoria del Paese e che vanno tutelati e non abbandonati, anche da chi lo fa costantemente, salvo poi stracciarsi le vesti se si bloccano le visite ai nonni o ai genitori a Natale. Potrei continuare, ma forse è inutile, anche perché ho il dubbio che più che imparando, gli italiani stiano solo constatando (e non tutti , mancando molti degli strumenti critici o dell’onestà intellettuale per farlo) le cose che non vanno e che alla fine non ne usciremo migliori e non riusciremo a cambiare questo Paese.
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