Futuro bianconero e “sinistro” presente
L’Italia volta pagina, come la Juventus, dopo Moggi e la serie B.
Affidato il governo a Conte, che sicuramente porterà l’Italia a primeggiare per i prossimi tre anni.
Poi saremo tutti Allegri ed avremo altri quattro anni di vacche grasse.
Guardando le cose da un altro punto di vista, al di fuori della metafora calcistica, ci mancava proprio l’avvocato del popolo! Non ci bastava la pletora di avvocati, in numero esorbitante rispetto agli altri paesi europei, che in tutti questi anni hanno presidiato la grande maggioranza dei seggi in parlamento, i posti di potere, sia nel pubblico che nel privato, da quelli dei sindaci a quelli nei consigli d’amministrazione di imprese e banche, specialisti nel fare ricorsi contro ogni cosa che si muova in Italia: leggi dello stato, concorsi pubblici, gare d’appalto, trasferimenti di personale, licenziamenti dei furbetti del cartellino ecc.
E così abbiamo trovato la (s)quadra (avrebbe detto il mai tanto rimpianto Bossi!?) per risolvere i problemi degli italiani.
Col governo del cambiamento avremo un futuro roseo e finalmente, col blocco e la cacciata dei clandestini, avremo lavoro per i giovani italiani, che potranno così andare a raccogliere pomodori al posto degli africani, avremo finalmente, con la difesa armata dei privati la rinascita dell’industria delle armi e soprattutto la scomparsa dei ladri di cose private. Speriamo, tuttavia, che questo nuovo governo perseguiti anche i ladri di cose pubbliche: i corrotti, gli evasori fiscali, piccoli, medi e grandi, i tanti che lucrano sull’economia in nero, gli abusivi di ogni specie ecc.
L’avvocato del popolo, poi, chiuderà l’ILVA, bloccherà la TAV, la Pedemontana veneta (anzi no, questa no, perché è opera di Zaia!), la TAP (in pratica metterà il TAPpo a tutto). Poco importa se resteranno a casa migliaia di operai, tanto c’è il reddito di cittadinanza che, in mancanza di offerte alternative di lavoro, garantirà un sussidio a tutti per due anni, salvo rinnovi inevitabili, fino al raggiungimento della pensione. Questa poi sarà anticipata per tutti, andando a garantire, ancora una volta, i già garantiti, quelli che avranno almeno una pensione decente, sulle spalle dei giovani, sempre che questi trovino lavoro, in un mondo dove la robotica, la digitalizzazione, le nuove tecnologie, la concorrenza mondiale sono destinate a ridurlo drasticamente, non solo in Italia.
In tutto questo galleggia il “sinistro” presente di una sinistra autolesionista e atavicamente in perenne conflitto che non ha saputo dare risposte ai problemi del paese né con le suggestioni innovative di Renzi né con le risposte tradizionali di Bersani e soci, a dimostrazione che il nodo cruciale della sconfitta non sono state le diverse posizioni sul jobs act o su altro, ma le divisioni ed i continui conflitti interni. Non si possono avere 4 o 5 partiti in uno, soprattutto in un partito con un segretario eletto da migliaia di persone con le primarie, non da 4 gatti su Internet (Di Maio), da finti congressi bulgari (Salvini) o addirittura per censo (Berlusconi)!!!
La gente, il cosiddetto popolo, piaccia o non piaccia, dopo Berlusconi e la continua ed ossessiva rincorsa dei giornalisti d’assalto ad ottenere dichiarazioni immediate e sempre fresche sui problemi del paese, ha dimostrato di “gradire” partiti con le idee chiare ed univoche, monolitici, con leader che non hanno bisogno, ogni secondo minuto, di caminetti o tavoli di discussione interna e dove codici, regole e discipline non permettono faide, voti contrari, distinguo continui ecc.
I metodi del vecchio PCI, che espelleva quelli del Manifesto, e che consultava sì la base, nelle sezioni, ma formalmente, in quanto portava in periferia le decisioni di vertice, che venivano immancabilmente approvate, sono diventati oggi i metodi di 5 stelle e Lega. Niente dissidenti e soprattutto leader, veri, riconosciuti ed indiscutibili. Ripeto, piaccia o non piaccia.
Che futuro ci aspetta, dunque?
A questo punto non so se Renzi farebbe meglio a lasciare la compagnia, facendo un suo partito e favorendo la nascita di una nuova sinistra che continui a dividersi tra Vendola, D’Alema, Bersani, Emiliano, Orlando, Franceschini ecc.
Certo che così non si può andare avanti!
Come alternativa, penso che sia da seguire con interesse il nuovo partito “Italia in Comune” creato da Pizzarotti, sindaco di Parma, e da altri 400 sindaci italiani di liste civiche, parecchi anche di centrosinistra. Vedremo.
Hasta la vista siempre.