(Lettura lunga e noiosa per chi non ha nient’altro di meglio da fare in queste ore residue del 2018).
Altro che “cambiamento”, questi briosi gialloverdi sanno solo manovrare il “cambio”, ma con un uso quasi esclusivo della retromarcia, con qualche passaggio in “folle”.
Nella nostra lunga storia politica italiana abbiamo visto emergere molti personaggi: De Gasperi, Togliatti, Fanfani, Andreotti, Moro, Berlinguer, Craxi, D’Alema, Veltroni, Berlusconi, Renzi…ma finora non avevamo mai avuto una coppia come il Salvinichenecco felpato e il Dimaionese balconaro.
Per trovare altre coppie simili bisogna tornare a Gianni e Pinotto, Stanlio e Olio, Franco e Ingrassia, Cochi e Renato… cioè dobbiamo cercare nel mondo dei comici, cioè di coloro che sono “deputati” a farci ridere, inducendoci talvolta a convertire in amara risata situazioni drammatiche civili e sociali.
Cosa dire infatti dei due tronfi caporioni che per mesi ci hanno mostrato uno la mascella dura, il cipiglio da “macho” e l’altro la sogghignante maschera da “ciucciamentine”, ostentata sui balconi romani, e che si sono presi gioco del povero Tria, impedendogli più volte, come nell’omonimo gioco, di tentare subito il tris con l’Europa, ponendo l’asticella del deficit al 2,00% invece che al 2,40%.
“Mai e poi mai”, hanno giurato per mesi, uno sul vangelo, sul presepio, sulla ruspa, sulla felpa di turno, l’altro su San Gennaro, sui tarocchi e sul Napoli Calcio, oltre che sulla Onestà sua, di suo padre e di tutti i pentastellati.
Ma anche i forzuti culturisti politici e i furbi giocatori delle tre carte (abili nel farti sparire davanti agli occhi Tap, Tav…) prima o poi devono fare i conti con la realtà, che vuol dire numeri, mercati, regole…
Allora cosa fanno? Ti mandano avanti il vanesio avvocato del popolo, che fa la figura del grande mediatore (una volta si diceva “senser” ed era esperto nel mercato del bestiame), portandosi dietro il povero Tria, contento finalmente di poter fare l’agognato “tris” nel suo gioco omonimo e preferito.
A questo punto va bene tutto, l’ubriacone Juncker, befeggiato per mesi, Moscovici e Dombrovskis, derisi perchè nei loro paesi rappresentavano partiti minoritari, e si calano le braghe, mantenendo per fortuna almeno le mutande (per pudore e per evitare che il tanto decantato popolo di 60 milioni di italiani si giri dall’altra parte).
Ma la figuraccia dei due palloni gonfiati è clamorosa. Cercano di difendersi dicendo che “si erano tenuti larghi nei conti” o anche, il maninaro napoletano, che la colpa è dei tecnici.
Ma la realtà è che: o avevano sbagliato i conti prima, prevedendo più soldi del necessario, e allora sono degli incapaci, oppure hanno ceduto a quella Europa contro cui si sono scagliati per mesi, dimostrando di essere dei fanfaroni prima e di avere la coda di paglia dopo.
Non bastasse questo hanno di fatto esautorato il Parlamento, impedendogli, grazie ai loro ritardi nel confrontarsi e mediare con l’Europa, di discutere la manovra e votare gli emendamenti.
L’unica fortuna che hanno è che al loro popolo, che li vota a scatola chiusa, almeno per ora, non gliene frega niente della democrazia rappresentativa e delle sue regole, gli basta cacciare indietro i migranti, sparare ai ladri, costruire abusivamente, non pagare tasse e multe e magari lucrare denaro pubblico senza lavorare.
Ma se, come da Costituzione su cui ha giurato, il Parlamento rappresenta il popolo, che razza di avvocato del popolo è il mellifluo Conte, vera “facia de toea” di questo governo?
Se andiamo poi nel merito di questa manovra, non è che ci sia da stare allegri.
Enormemente ridimensionata rispetto alle promesse per allocchi della campagna elettorale (Vi ricordate? Flat tax al 15% per tutti, nessuno in Italia deve avere un reddito inferiore ai 780 euro mensili, abolizione immediata delle accise, espulsione di tutti i 600.000 immigrati irregolari, blocco dell’acquisto degli aerei militari F 35 e delle grandi opere…), la manovra è stata ulteriormente manomessa anche rispetto alle promesse fatte in questi primi 6 mesi di governo dai due imbonitori da mercato delle pulci che sono passati da un’esposizione di oggetti d’arte, promessa, a un mercato di quisquiglie, reale.
Infatti:
Sono stati tagliati molti miliardi destinati a Quota 100 e Reddito (e pensione) di cittadinanza, con la speranza che siano in pochi a chiederli (Pensa che aquile, fanno una legge sperando che non abbia successo!).
La pensione anticipata, generalizzata e non per chi si trova in situazioni particolari, viene finanziata in minima parte con il taglio alle pensioni d’oro (79 milioni nel 2019, che può anche andar bene), ma in grandissima parte (2.2 miliardi) con il blocco dell’adeguamento delle pensioni alla inflazione di tutti gli altri pensionati medi, annullando quanto previsto dalla finanziaria 2017 del tanto criticato governo PD.
La tanto declamata cancellazione della Fornero è risultata comunque un aborto, che rischia tuttavia di mettere in crisi i conti pensionistici italiani, messi in ordine faticosamente da Dini, Maroni e Monti.
E’ stata disinnescata la clausola di salvaguardia IVA di 12 milioni, per questa manovra, ma l’hanno irresponsabilmente spostata ad ipotecare le prossime due finanziarie, per un importo nettamente superiore ed insostenibile.
I pensionamenti anticipati, che, secondo loro, dovrebbero creare automaticamente, altrettanti posti di lavoro, soprattutto nella pubblica amministrazione centrale, sono contraddetti clamorosamente dal blocco per quasi tutto il 2019 delle assunzioni nella P.A. stessa. Questi nuovi “statisti” sono di fatto un po’ troppo schizofrenici!
Sono stati tagliati consistentemente gli investimenti a industria, scuola, università… con buona pace del tanto declamato carattere espansivo della manovra.
Viene confermata la sanatoria fiscale. Basta essere stati in difficoltà economiche. Bene, se non fosse che sappiamo tutti come non manchino, a molti italiani, risorse ed inventiva per dimostrarlo e continuare a gabbare, come sempre, lo Stato. In compenso, secondo l’ufficio di bilancio del Parlamento aumentano la pressione fiscale, in calo da 2 anni, di un 04%, dando inoltre ai Comuni la possibilità di tornare ad aumentare le tasse locali.
E’ stata prorogata per altri 15 anni, fregandosene dell’Europa, la messa al bando delle concessioni sulle spiagge italiane, dove è successo di tutto e dove le corporazioni dei vecchi concessionari lucrano guadagni alti e facili sul demanio pubblico e sulle tasche dei turisti, rendendo spesso problematico l’accesso libero alle spiagge.
A proposito poi di corporazioni e lobbies si continua, come del resto con i governi precedenti, a proteggere la potentissima categoria dei taxisti romani, intoccabile da decenni
E’ stata aumentata l’IRES al volontariato dal 12 al 24%, penalizzando chi aiuta i deboli e gli ultimi, proprio loro che hanno gridato la vittoria sulla povertà dai balconi di Piazza Venezia (pardon! mi sono confuso, per un attimo, con il balcone che ha visto altre mascelle ed altre prosopopee). Adesso, da perfetti incompetenti, si sono accorti di aver sbagliato e promettono di fare retromarcia, che sta diventando, appunto, la loro marcia preferita nel “cambio” che dicono di volere per l’Italia.
Colpiscono, tagliando i finanziamenti, l’editoria minore che contribuisce ad una responsabile libertà di stampa e di parola sul territorio nazionale, dopo averne goduto anche loro (La Lega Nord) per anni, con la Padania (TV), in nome della nuova (secondo loro) libertà comunicativa scalcinata ed imbecille dei social, in cui fanno passerella continuamente, perfino con la Nutella, che dovrebbero evitare, se non altro per il colore marroncino, associabile ad altri materiali, più di “scarico” che di “carico”.
Flat tax agli insegnanti per le ripetizioni. Questa sembra una barzelletta. Nessun insegnante, credo, le ha mai denunciate e probabilmente non le denuncerà neppure adesso. Tassa sul nulla, visto come vanno i controlli in Italia. Del resto perchè un insegnante dovrebbe farlo in questa Italia in cui ci sono tantissimi evasori seriali, gente che non paga le tasse o ne paga molto poche e, invece, si pensa di fare le pulci al guadagno supplettivo, e del tutto marginale, di una categoria professionale che le tasse le paga tutte alla fonte e che è sottopagata e frustrata, da decenni, da uno Stato che ha sempre trascurato, salvo poche eccezioni, la scuola e la cultura.
Potrei continuare, ma credo che quanto detto e quanto successo in questi ultimi giorni del 2018 in Parlamento sia sufficiente a farci capire che Matteo la ruspa e Giggino il mandolino, ben assistiti da Conte il bifronte, ci stanno portando indietro, sul piano economico, dei diritti civili, della tutela dei deboli e degli ultimi e perfino sul lavoro.
Ma che “cavolazzo” dico!
Così vuole il popolo, che è notoriamente informato, intelligente, culturalmente preparato, attento solo ai più sani valori etici, profondamente credente, interessato solo al bene comune, rispettoso delle leggi e delle regole statali, pronto e preciso nel pagare tasse e gabelle varie ecc. ecc.
In fondo è vero, forse io e quelli come me non facciamo parte di questo nuovo popolo, ormai siamo superati, gente d’altri tempi. Non c’è più niente da fare. Così va il mondo!
Magari è giusto e bene che sia così e che i nostri tre statisti stiano diventando i nuovi tre Re Magi, dispensatori di doni e di profumi.
Ma io “Timeo danaos ed dona ferentes” (“Temo i greci ed i doni che portano”, così si esprime Laocoonte, che invita i troiani a non introdurre in città il cavallo ingannatore, lasciato loro in dono dai greci in finta ritirata).
Speriamo comunque in un 2019 migliore e tanti auguri a tutti coloro che hanno avuto la pazienza e la follia di leggermi.
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