Opinioni Caeranesi

Mauro Marconato

Senso di responsabilità o inciucio?

Una volta si chiamava senso di responsabilità e lo praticavano partiti che avevano una statura politica e civile di grande spessore, passata attraverso il filtro della guerra, anche del carcere o dell’esilio, della Resistenza, della preparazione culturale. Quando il paese si trovava in seria difficoltà, come ai tempi della prima crisi petrolifera mondiale o del terrorismo, anche le forze politiche di opposizione facevano quadrato e collaboravano a risolvere i problemi. Basti ricordare il termine austerity, coniato da Berlinguer per collaborare e salvare l’Italia nel 1973 o la decisa lotta alle Brigate Rosse di tutto il paese, con il PCI in prima linea, sempre negli anni 70. Oggi, con il paese in piena pandemia, che sta seminando morti in tutto il pianeta, appena un partito politico di opposizione manifesta una chiara propensione al dialogo ed alla collaborazione responsabile con la maggioranza, torna di moda la parola “inciucio”, pronunciata da figure veramente scialbe e paragonabili a Togliatti, De Gasperi, Moro, Fanfani, Berlinguer, Almirante ecc. come un lombrico ad una farfalla, uno sciacallo ad un leone. La parola “inciucio” pronunciata in questo momento di crisi sanitaria dalla Meloni, con la bocca a cul di gallina, o bavosamente da Salvini, mi sembrano veramente il segno di una grave decadenza della politica italiana e di certi suoi partiti in particolare che antepongono gli interessi elettorali, la sobillazione della pancia peggiore del paese, la mancanza di cultura civile e di senso dello Stato alla razionalità, all’unità di intenti, almeno una tantum, al bene di questa nostra martoriata Italia. Quello che non sta succedendo in tutti gli altri paesi europei e civili e che ascrive, almeno questa volta, Berlusconi tra il gruppo dei meno peggio nell’odierno quadro politico italiano. Speriamo che questo suo atteggiamento sia di buon auspicio e che il suo prossimo passo sia quello di escludere dall’informazione di Mediaset i soggetti più forcaioli ed estremisti (Porro, Giordano, Sgarbi e compagnia), per contribuire a creare in Italia una destra liberale meno populista e sovranista, meno arrabbiata e più moderata, più seria e non machiettistica, com’è quella che domina oggi quell’area politica. Prospettiva che Berlusconi finora non ha saputo o voluto interpretare e perseguire fino in fondo. Ma forse oggi è troppo vecchio e troppo scarso di consensi per farlo.