Polemiche a non finire, come sempre, a sinistra. Oggi sulla composizione delle liste.
Bersaglio principale il “ducetto” Renzi, l’uomo solo al comando, che tuttavia guida l’unico partito in cui si fanno i congressi, le primarie, le assemblee e direzioni nazionali e dove, soprattutto, ognuno o quasi fa quel che vuole e vota contro la maggioranza del suo partito, anche in occasione dei voti di fiducia ecc.
Molti di questi contestatori vengono o venivano dalla militanza o dall’appartenenza ideale al vecchio PCI dove nessuno fiatava e tutti votavano uniti e compatti, secondo i voleri dei vertici. Altrimenti fuori dalle palle, come i compagni del Manifesto!
Ai tempi del PCI e della DC contavano idee e programmi, gli uomini contavano molto poco, oggi è il contrario, prevalgono i personalismi e le “carriere”, per cui ad ogni giro di candidature si scatenano recriminazioni e ribellioni.
Anche ai tempi dell’Ulivo, dei DS ecc. ti capitava di avere candidati in Veneto Luigi Berlinguer o Rosy Bindi, che veneti non erano, ma allora andava bene. Adesso no!
Il bello poi è che:
– mentre Salvini fa fuori Fava e tutti i componenti della opposizione interna, ma nessuno si scandalizza e i leghisti non si sognano di votare per altri
– mentre Berlusconi carica quasi tutti i peggiori centristi, campioni di trasformismo ad ogni campagna elettorale, abilissimi nell’annusare dove tira il vento, e per prendere voti sfrutta perfino i cani, ma nessuno fiata o si ribella
– mentre i 5 stelle fanno le parlamentarie, creando una ribellione in tutta Italia, in quanto molti candidati dei primi tempi del Movimento, fedeli al motto “uno vale uno”, non digeriscono il nuovo corso e vengono fatti fuori da un direttorio “privato” e da un capo, Di Maio, che arriva addirittura a porre il proprio nome nel simbolo come futuro Presidente, ma nessuno, tanto meno Travaglio o Scanzi, minaccia di togliere loro il sostegno ed il voto, a sinistra, nel mondo PD, dove si rispettano le minoranze, anche se rifiutando criteri da manuale Cencelli, si candidano Lorenzin e Casini, che almeno si sono dimostrati più coerenti di altri, avendo sostenuto i governi del PD, si cerca di garantire l’elezione della Boschi, con una scelta di dignità, dopo il linciaggio mediatico a cui è stata sottoposta, per colpe tutto sommato veniali, ci si scatena contro Renzi e si minaccia di non votare il Partito Democratico.
Da notare che il partito di Renzi, noto uomo solo al comando, è l’unico che non ha il nome del futuro Presidente nel simbolo, che è chiaramente una truffa, visto la legge elettorale. Ce l’hanno tutti, perfino Di Maio e Grasso, ma il ducetto è Renzi!
Bene, a questo punto, non vedo l’ora che vinca il centrodestra, come da previsione diffusa, date le divisioni a sinistra e la disaffezione di molti elettori.
Sicuramente Berlusconi e Salvini risolveranno i problemi degli insegnanti, facendo la riforma giusta, dopo 6 o 7 riforme tutte stroncate dai vari sindacati della scuola, riproponendoci la Gelmini, sicuramente approveranno lo Jus Soli, sicuramente faranno andare in pensione tutti a 60 anni, sicuramente faranno pagare le tasse ai ricchi e agli evasori con la Flat Tax, sicuramente toglieranno l’articolo 18 e creeranno un sacco di posti di lavoro, tutti a tempo indeterminato e molti più dei mille creati dal PD, sicuramente aumenteranno gli stipendi degli statali, vista la loro conclamata propensione per questi lavoratori pubblici ecc. ecc. ecc.
Finalmente avremo un’Italia migliore e ci libereremo di Renzi e di tutti i suoi difetti.
Avanti il nuovo! Berlusconi. Avanti i campioni della Patria, del Cristianesimo e della Famiglia! Salvini e Meloni. Oppure, in alternativa, avanti Di Maio e Grillo che garantiranno un salario sicuro a tutti, soprattutto al sud, dove infatti prenderanno un sacco di voti.
Siamo o non siamo il paese di Bengodi!