Sto seguendo le vicende della legge elettorale e ancora una volta sono sconcertato.
Che bello! Adesso ripartiamo da Craxi il quale, al di là dei suoi problemi giudiziari, peraltro mai completamente chiariti (il malloppo ad uso personale non è mai stato trovato!), merita una qualche rivalutazione, alla luce di quanto e di chi abbiamo dovuto sopportare successivamente: Bossi, Berlusconi, Salvini, Grillo… E non credo sia finita qui!
Almeno Craxi era uno dei “nostri”, salvo ovviamente per coloro che, come con Renzi, pensano di avere l’esclusiva della sinistra, bollando per traditori dei sacri principi tutti coloro che cercano risposte diverse ai nuovi problemi che le varianti della storia e i cambiamenti del mondo impongono a chi vuole riprogettare il futuro.
In fondo Craxi è stato il primo a capire che il paese andava modernizzato e il fenomeno corruttivo, che ha travolto lui più di altri, non solo è peggiorato dopo Mani Pulite, ma ha assunto un aspetto molto meno nobile di quello del finanziamento illecito ai partiti.
Ripartiamo da Craxi perché, quasi 30 anni fa, lui aveva proposto una legge elettorale alla tedesca, con sbarramento al 5%, l’unico aspetto che ritenevo positivo di quella ipotesi e che adesso ritorna, immagino temporaneamente, in quanto credo che i cespugli riusciranno a ridurre la soglia al 4 o addirittura al 3%.
Per inciso D’Alema voleva allora il doppio turno alla francese, che prima del dicembre scorso ha tanto contrastato!
Non è che abbiamo perso 30 anni?
Infatti, con il ritorno al proporzionale e con la quasi certezza di non riuscire a formare governi stabili, si torna alla prima repubblica e gli scongiuri mi sembrano d’obbligo.
Leggevo oggi su Repubblica che alcune importanti leggi giacciono ferme al Senato:
Biotestamento: passata alla Camera il 20 aprile, ora ferma al Senato in attesa di 70 audizioni;
Ius soli: ferma da 18 mesi al Senato, con 8.000 emendamenti, quasi tutti della Lega;
Riforme dei processi penale, civile e fallimentare, ferme al Senato rispettivamente dal 29.09.2015, dal 10.03.2016 e dal 1.02.2017;
Codice antimafia, fermo al Senato dal 11.11.2015.
Bene, il “combinato disposto” (formula che piaceva tanto a Bersani, Speranza, D’Alema e company, prima del referendum costituzionale) di proporzionale e bicameralismo perfetto credo proprio che ci porterà alla definitiva rovina.
Del resto la sinistra italiana (soprattutto certa sinistra!) che ha fatto di tutto, prima ancora del 1992, per far fuori Bettino Craxi e poi ha fatto fuori Prodi (due volte!), adesso sta cercando ossessivamente di far fuori Renzi, considerato incompatibile ed estraneo, come del resto gli altri due.
Io credo che incompatibili con una sinistra italiana moderna siano stati e siano Bertinotti e Turigliatto ieri, D’Alema, Bersani, Speranza, Scotto, Landini e Camusso oggi, a meno che non ci si accontenti di una sopravvivente e nobile testimonianza.
Da quanto detto, malgrado io veda ancora nell’antipatico e “destrorso” Renzi l’ultima spiaggia per la sinistra italiana, che sta scomparendo in tutta Europa, nell’indifferenza dei nuovi adepti di Mdp, tesi a guadagnarsi il loro 4 o 6% con le conseguenti poltrone, appare chiaro che non condivido per niente la legge elettorale alla tedesca, che anche il PD si appresta a votare, pur di avere un ampio consenso alle camere.
Resto della convinzione che, dopo i fallimenti del proporzionale della prima repubblica, per giunta attenuati dalla convention ad escludendum del PCI, che obbligava gli altri a stare uniti sempre e comunque, dopo ogni frequentissima crisi di governo, dopo il fallimento, col sistema maggioritario, del periodo delle grandi coalizioni, sia di centro sinistra che di centro destra, il sistema migliore sarebbe quello del vecchio Italicum, o quello dei sindaci o quello francese (ma vallo a spiegare a Zagrebelsky che la Francia è la culla della democrazia!), un sistema che comunque garantisca a chi vince di poter governare in santa pace per cinque anni e poi rendere conto agli elettori. Senza essere costretti a farlo ogni giorno ai molti alleati, ai cespugli di varia natura, ai tribunali amministrativi che si contraddicono uno con l’altro, ai Travaglio o ai Floris e Giannini di turno, alle varie lobbies di questo paese che vanno dai banchieri agli industriali, dai farmacisti ai tassisti, dai sindacati ai consumatori, dagli spazzini ai centurioni (?) ecc.
Solo un governo stabile e fortemente omogeneo che, per cinque anni, non pensasse al consenso ma a progettare il futuro, anche mediando con le opposizioni, come avveniva con DC e PCI, potrebbe cambiare questo paese, fare quelle riforme, spesso radicali, che non si riescono mai a fare. Basti pensare, ad esempio, alla riforma della scuola: ne abbiamo viste, in 30 anni, almeno 4 o 5, ma nessuna decisiva e permanente, tutte bocciate da qualche sindacato di 4 gatti o dai sindacati più rappresentativi o da qualche governo successivo.
Mi assilla un dubbio: o abbiamo governanti tutti incompetenti da una vita, compreso il caro Luigi Berlinguer, oppure abbiamo anche una lobby d’insegnanti che non vuole cambiare niente.
Così va il mondo, cioè un passo avanti e due indietro.