Opinioni Caeranesi

Mauro Marconato

Avanti popolo!
Che bello! Molti di coloro i quali volevano, dopo il 4 dicembre 2016, le dimissioni di Renzi dal governo e da segretario del partito, che del resto aveva promesso, ora che li ha accontentati, vogliono invece che resti, anche se dimissionario, con il suo “clone” Gentiloni, fino al 2018, in modo che gli si possa imputare anche la inevitabile sconfitta alle prossime amministrative, e poi che non si candidi nuovamente a segretario e premier. 
Che splendida coerenza!
Io invece non vedo l’ora, dopo questa vergognosa scissione, che vadano presto al governo i 5 stelle o il centrodestra, così finalmente vedremo risolti i problemi del paese, grazie ai seguenti provvedimenti, diversi ovviamente a seconda di quale dei due schieramenti andrà al governo:
– chiusura delle frontiere agli stranieri (non possiamo costruire muri, ma potremmo costruire una rete di Mose lungo tutte le coste, con varchi controllati!)
– autorizzazione ai cittadini di armarsi e difendersi dai ladri sparando per leggittima difesa (modello Stati Uniti di Trump)
– uscita dall’euro e dall’Europa, per tornare “paroni a casa nostra”
– abolizione della legge Fornero e possibilità di andare in pensione prima, come una volta, a cominciare dai lavori usuranti (voglio vedere quale lavoro non è usurante per gli italiani!)
– pagamento di meno tasse allo stato e che ogni regione d’Italia “se range” (finalmente avremo l’autonomia veneta, il dialetto in tutte le scuole e prima i veneti negli asili)
– reddito di cittadinanza per tutti, misura che al sud manca dai tempi delle pensioni di invalidità fasulle, per dare un’alternativa alle assunzioni facili di guardie forestali ed impiegati regionali
– abolizione delle direttive europee per conservare i privilegi delle piccole corporazioni degli ambulanti romani, dei concessionari delle spiagge pubbliche ecc.
– difesa degli irriducibili (dai tempi di Bersani!) taxisti romani, a cui non piace la concorrenza. Magari si potrebbe tornare ai piccoli negozi ed al contingentamento ed alla compravendita di licenze, eliminando i supermercati e gli ipermercati
– messa in riga di Marchionne e della Fiat, di tutti gli industriali che delocalizzano, dei poteri forti e di tutto l’establishment… (non si sa dove sono, ma sicuramente grillini e leghisti sapranno dove scovarli e come distruggerli)
– salvataggio comunque, a prescindere, di tutte le fabbriche ed aziende decotte, con tutto il personale in esubero, tornando alla varie e ventennali casse integrazione
– blocco delle opere pubbliche che hanno un impatto ambientale negativo (praticamente tutte, in questa Italia disastrata, dove il NO è diventato endemico)
– riduzione a ceto medio impoverito dei nostri rappresentanti nei vari parlamenti, in modo che se già adesso non ci sono più operai e contadini, ci siano solo avvocati, magistrati, giornalisti ecc.
– nuovo codice dei partiti politici, che non devono avere più uomini soli al comando, come il PD di Renzi, ma devono essere partiti azienda, con un finanziatore miliardario oppure con un garante comico di professione, in cui la democrazia si esercita con quattro gatti che partecipano via internet, senza congressi e direzioni o assemblee in streaming
Potrei continuare, ma mi fermo qui, con un’ultima riflessione.
In fondo, è anche apprezzando ed inseguendo parecchie di queste misure, non solo ipotetiche, che molti operai e popolo, da almeno 20 anni, con buona pace di Landini e Camusso, ma forse anche per colpa loro, sono passati a votare Lega, ed oggi Lega e 5 stelle.
D’Alema, Rossi, Bersani ed Emiliano c’erano eccome! ma neppure loro, se c’è una logica nelle cose, hanno fatto quelle sacrosante politiche di sinistra che oggi rivendicano da Renzi (tutti ne parlano, ma nessuno le conosce o le indica chiaramente!), per trattenere o recuperare quell’elettorato e per salvare questo malandato ed ingovernabile paese dalla bancarotta.
Oggi pensano che la soluzione sia la scissione, andando ad ingrossare il mondo disgregato della sinistra radicale, cantando bandiera rossa o tornando a chiamarsi socialisti, un nome che il buon Craxi ha compromesso per sempre, almeno in Italia.
Auguri! Magari fra qualche tempo li troveremo a capo di qualche fondazione, come Pecoraro Scanio (D’Alema lo è già), o nella peggiore delle ipotesi ad ammiccare a Comunione e liberazione, come Bertinotti.