Opinioni Caeranesi

Mauro Marconato

Opinioni Caeranesi

Sito di politica e cultura, di informazione e dialogo con i cittadini caeranesi.

Ciò che dobbiamo imparare a fare lo impariamo facendo

La finanziaria del popolo

Rieccolo! 

Dopo alcuni mesi di show sui migranti e sulla sicurezza, che hanno visto in scena il prode Salvini, la mascella d’Italia, un po’ pacioccona rispetto a quella ben più famosa del Benito che fu, Salvini che, a petto nudo, o al massimo con qualche maglietta o felpa, a coprirgli il vigoroso petto, ha scatenato la campagna dei porti e delle coste italiche, ergendosi a baluardo d’Italia contro l’invasione dei migranti, novello condottiero di una nuova Lega Santa, quasi pari a quella che, al comando di Don Giovanni d’Austria, sconfisse i turchi a Lepanto (più modestamente Mussolini aveva fatto la campagna del grano, ma anche lui a petto nudo), rieccolo! a diventare protagonista il sempre sorridente (risus abundat in ore stultorum) Dimaionese, l’altro viceministro, impazzito, anche lui come la maionese, di gioia e apparso al balcone di Palazzo Chigi (il già citato Benito preferiva Palazzo Venezia) al grido di “Abbiamo abolito la povertà” e “Questa è la manovra del popolo”.

Del resto è normale che, dopo l’avvocato del popolo, il Presidente Conte, questa figura evanescente che ogni tanto appare, come per caso, sugli schermi TV, quasi fosse un Carosello d’altri tempi, a interrompere le trasmissioni principali dei due dioscuri gialloverdi, novelli Castore e Polluce, fratelli inseparabili e divinità benefiche e salvatrici (i nostri sembra lo siano di un’Italia in crisi profonda), si abbia ora la finanziaria del popolo. 

A proposito di Dioscuri, il loro padre Zeus, alla morte di Castore e di fronte alla richiesta di Polluce di far morire anche lui, gli concesse di rinunciare a metà della propria immortalità in favore del fratello. Così i due, sembra ancora oggi, vivono insieme, alternativamente, un giorno nell’Olimpo e un giorno nel regno dei morti. Per ora Salvini e Di Maio vivono nell’Olimpo del consenso popolare ed elettorale. Domani si vedrà!

Il popolo, o anche plebe, che forse suona meglio, è una parola magica che imperversa da sempre nell’agone politico e che vuol dire tutto e niente. 

La sinistra ha abbandonato il popolo, a vantaggio dei poteri forti, che nel calderone generale ed indistinto sono popolo anche loro, i 5 stelle esaltano il popolo del web, che sono 4 gatti, ma che sono popolo anche loro, Salvini ha dalla sua soprattutto il popolo delle partite IVA, che sono popolo anche loro, come popolo sono anche i meridionali, i siciliani in particolare, che ad ogni elezione, ondeggiano a seconda di dove tira il vento, una volta tutti con  Berlusconi, una volta tutti con Di Maio, poi c’è il popolo dei poveri che, a seconda delle convenienze elettorali e politiche, passano facilmente da 3 a 5 a 8 milioni di italiani, a seguire c’è il popolo dei dipendenti pubblici e privati, i soli che sicuramente pagano tutte le tasse nel nostro paese, con trattenuta alla fonte, ma che accettano tranquilli, da decenni, che in Italia ci sia un’evasione fiscale gigantesca, votando anche loro per chi la favorisce con condoni vari e adesso, sembra, con aliquote di favore.

E’ un bel casino!

Ma il governo attuale ha le idee chiare. Per i nostri prodi tribuni della plebe, novelli Tiberio e Caio o Gaio Gracco (Gaio è ovviamente Di Maio) il popolo sono:

  • coloro che non avendo pagato le tasse saranno graziati e potranno, non tanto evitare di pagare interessi e more varie sulla cifra evasa, come aveva fatto il centrosinistra, ma solo il 10% di essa
  • coloro che fatturando una minima parte dei loro lavori, com’è costume diffusissimo in un’Italia dove l’evasione dell’IVA arriva a 36 miliardi e (udite, udite! ) è pari al 23,2% di quella mancante in tutti i Paesi dell’Unione, avranno un’aliquota preferenziale del 15%, che invece, in campagna elettorale, era stata promessa a tutti i contribuenti (ma secondo me questa discriminazione se la meritano tutti i dipendenti pubblici e privati, a partire dai molti insegnanti, che hanno votato per questi nuovi governanti)
  • coloro, pensionati, che pure avendo lavorato pochi anni o avendo pagato una miseria di contributi, riceveranno una aumento della pensione a 780 euro mensili, poco meno di tanti “italiani” che hanno lavorato 40 anni o che hanno pagato tutti o molti piu contributi
  • coloro che lavorando in nero, altra piaga diffusissima in Italia, continueranno a farlo, ma prendendo ora per due anni 780 euro al mese in cambio di 8 risibili ore di lavori socialmente utili, e che, alla terza offerta di lavoro (ovviamente fuori delle porte di casa e “degna”, non certo la raccolta di pomodori (lasciata ai migranti), la accetteranno, salvo dopo poco licenziarsi o farsi licenziare, come sta già accadendo in diversi casi, nell’Italia dei furbi, per usufruire della disoccupazione, e riprendere così ad avere i 780 euro mensili per altri due anni. Altrimenti che furbi sarebbero!
  • coloro che, malgrado l’aspettativa di vita in Italia sia inferiore solo alla Spagna tra i paesi europei (circa 82 anni) e malgrado che l’Italia vanti il record in Europa della spesa pensionistica (pari al 16,5% del Pil) potranno andare in pensione a quota 100 (es: 38c + 62a) e saranno mantenuti dai nuovi lavoratori, presumibilmente per 20 anni, e magari, come già avviene in buona parte, continuando a fare lavoretti in nero, azzerando magari la speranza o l’illusione che aumentino i posti di lavoro per i nostri giovani. 

Prima gli italiani quindi, ma quali?

Cari Dioscuri “gracchianti”, attenti! perchè anche i due Gracchi, a lungo andare, hanno fatto una brutta fine, sconfitti dai poteri forti di allora, ma abbandonati anche da quella plebe che li aveva tanto osannati.

Spero di sbagliarmi, ma comunque…hasta la vista siempre.