Opinioni Caeranesi

Mauro Marconato

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Le ultime di Capitan Fintus

L’altro giorno a Vicenza, il prode Capitan Fintus ha trovato un nuovo nemico in Banca d’Italia, che non avrebbe vigilato sulle banche venete. Se non ricordo male mi sembra che quando Banca d’Italia è intervenuta a Montebelluna, chiedendo la rimozione di Consoli, il CDA ha cambiato le cose all’italiana, mantenendo Consoli nelle stanze del potere, lo stesso Consoli che era stato sostenuto per anni dalle forze politiche locali, di sinistra e di destra, dai tanti operatori economici del territorio, piccoli e grandi, che traevano benefici dalla banca, dai vari CDA precedenti, dai soci, molti dei quali azionisti, che partecipavano alle assemblee attratti, tanti, più dai banchetti luculliani che dall’opera di controllo degli amministratori. Il tutto sulle spalle di tanti poveri ed ingenui risparmiatori veri. Dov’erano Zaia e la Lega Nord, senza dei quali in Veneto non si muove foglia? Ora scaricare tutte le colpe su Banca d’Italia mi pare la solita strumentalizzazione politica del nostro Capitan Fintus, che sta friggendo, a fuoco lento, come tanti bastoncini di pesce, gli italiani creduloni.

Ieri il nostro Capitan Fintus era impegnato a Basovizza con il ricordo delle Foibe, tragedia giustamente riportata alla luce negli ultimi anni, ma avrei voluto vedere lo stesso ministro dell’interno “celebrare” con la stessa partecipazione anche il giorno della memoria della Shoah. Ma l’Olocausto degli ebrei ormai non porta voti. Ha detto che “I bambini di Auschwitz sono uguali a quelli delle foibe” e su questo non c’è dubbio, ma credo che l’anno prossimo dovrebbe spendersi maggiormente per la Shoah, nella quale morirono circa 6 milioni di persone, in grandissima parte ebrei, tra cui anche alcune migliaia di italiani, con la complicità dei fascisti. Non avevano nessuna colpa, se non quella di non essere ariani e di controllare con le loro attività una buona fetta dell’economia tedesca e mondiale. Fu una vera e propria pulizia etnica. Nel caso delle foibe, invece, morirono circa 5.000 persone, che furono uccise non in quanto italiani, secondo “ragioni” etniche, ma in quanto italiani rappresentanti dello stato fascista o compromessi con il fascismo, che in quelle terre aveva anticipato oppressione, umiliazione, deportazione, uccisione… delle popolazioni slave, perfino l’uso delle stesse foibe, dove finirono ad opera dei fascisti, e dei loro amici ustascia, molti slavi che si opponevano al regime ed alle sue politiche tese a “deslavizzare” quelle terre, come lo stesso fascismo ha tentato di fare anche nelle terre tedesche dell’Alto Adige. Allora, caro Capitan Fintus, bambini e morti uguali, stragi entrambe efferate, ma almeno trattamento uguale per le due ricorrenze.

Sempre ieri il prode Capitan Fintus che, cambiando ogni giorno casacca, interviene su tutto, anche sul Milan, rendendomi simpatico perfino Gattuso, a me che sono juventino, è intervenuto sul Festival di San Remo, incazzandosi con la giuria di “radical chic”, come lui definisce solitamente quelli di sinistra, perchè ha rovesciato il voto della cosiddetta giuria popolare, che è rappresentata in realtà da una minima parte di italiani e che non si sa bene come funzioni e come i votanti siano motivati a farlo (probabilmente non per il valore di testi o musiche, ma per i tatuaggi, le gonne attillate, i capelli alla moda, le parolacce, l’abbigliamento strampalato…). E’ lo stesso Capitan Fintus che pochi giorni fa ha dichiarato che i suoi cantanti preferiti sono De Andrè e Tenco, dimostrando con questo di non capire niente di musica, visto che i contenuti delle canzoni di questi due grandi cantautori italiani sono in netto contrasto con i valori che lui esprime continuamente nel suo operare politico. Lo conferma, indirettamete, la sua ex Isoardi, che ovviamente lo conosce bene e che ha dichiarato: “La vittoria di Mahmood è la dimostrazione che l’incontro di culture genera bellezza”. Io non so se era meglio l’italo egiziano o l’Ultimo di turno, che forse non ha fatto bene a scegliere un nome d’arte per niente ben augurante, ma almeno non mi pronucio.

Se qualche volta tacesse anche lui, forse sarebbe meglio e ci farebbe respirare un po’. 

Ma evidentemente ai suoi molti bastoncini fritti va bene così.