Opinioni Caeranesi

Mauro Marconato

Marciapiede di Via Montegrappa
In un recente articolo su Montebelluna Week, a proposito dello stato di degrado del marciapiede a sud di via Montegrappa, denunciato da alcuni cittadini caeranesi, il vicesindaco Botti Simone, dichiarava: “Su quel marciapiede non possiamo intervenire perché non è di proprietà del Comune. Si tratta, infatti, di una pertinenza degli edifici ora abbandonati”. Continuando, addossava quindi ai proprietari degli immobili prospicienti la strada il compito e l’onere di sistemare il marciapiede.
Ora, sentendomi chiamato in causa come comproprietario di uno degli edifici in questione, vorrei precisare, senza polemica e con spirito costruttivo, che dopo un’indagine sulle mappe catastali e sulle carte relative all’intervento urbanistico previsto per quei fabbricati, che vanno dalla piazza al ponte di Buzzo, ho verificato che quel marciapiede insiste in area demaniale, oggi in carico probabilmente alla Provincia. La cosa mi è stata confermata il giorno 10 maggio scorso dall’ufficio tecnico comunale, con tanto di ulteriore analisi delle mappe e carte disponibili e con una visita sul posto. Inoltre, essendo il marciapiede dentro il centro abitato, i tecnici comunali mi hanno precisato che la manutenzione spetta comunque al Comune.
Quanto poi all’intervento urbanistico previsto in quell’area, definita Marconato-Stocco, cioè al Piano di Recupero in centro storico, progetto di sistemazione a cui fa riferimento anche il vicesindaco, dicendo che “non ha mai avuto luogo”, vorrei aggiungere che le responsabilità
non sono dei proprietari ma piuttosto di alcune amministrazioni comunali del passato che, nel tempo, hanno:
  • definito, nel lontano 1994, centro storico quell’area, che di storico ha solo casa Stocco, dopo che erano stati distrutti precedentemente tutti gli edifici storici del centro urbano;
  • imposto, insieme alla Regione, un Piano di Recupero (mega progetto unico per tutta l’area in questione) con presupposti urbanistici sbagliati, con un sacco di vincoli ed inattuabile a causa di un rapporto costi-benefici fortemente sproporzionato;
  • costretto quindi i proprietari a richiedere alla Regione una variante al Piano che sanasse gli errori fatti e rendesse attuabile il progetto, aggiungendo però ulteriori oneri ai privati, tra cui la cessione di un’area al Comune per allargare il parco del Centro anziani.
Dopo tutto questo, i proprietari hanno firmato, finalmente, una convenzione e presentato un progetto esecutivo, approvati regolarmente dal Comune, ma intanto i tempi ed il mercato immobiliare erano cambiati ed i tecnici di riferimento dei proprietari non hanno trovato una sola impresa che fosse disponibile ad accollarsi l’onere di un intervento comunque complesso ed oneroso, in quanto previsto ed obbligatorio per l’intero comparto (dalla piazza al ponte di Buzzo)
Adesso, dopo oltre 10 anni, sono scaduti convenzione e progetto e tutto è fermo, con le conseguenze che si possono vedere, compreso il degrado del marciapiede.