Opinioni Caeranesi

Mauro Marconato

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Ciò che dobbiamo imparare a fare lo impariamo facendo

Salviamo il PD
A due mesi dal referendum il fronte del NO, che doveva fare una nuova legge elettorale in 15 giorni ed impostare una nuova riforma costituzionale seria e condivisa, ha dato prova, ancora una volta, della vocazione truffaldina della politica italiana, facendo risaltare un personaggio come Tramp, che almeno fa quello che dice. Siamo ridotti veramente male.
Nuova linfa per i nostri populisti e per i nostri sinistri radicali, che avranno un nuovo nemico internazionale su cui sfogarsi, visto che in Italia contano poco o nulla, malgrado l’insperato e disperato aiuto di un redivivo Massimo D’Alema, uomo per tutte le stagioni e posizioni politiche, a seconda delle convenienze e dei rancori personali, siano essi puntati contro Occhetto, Prodi o Renzi.
Della riforma costituzionale non ne sentiremo parlare per anni e quella elettorale minaccia di essere il solito compromesso al ribasso: nessun vincitore certo, coalizioni spurie ed abborracciate, con poteri di veto continui, contrabbandati per garanzie di rappresentanza e di salvaguardia di diritti a volte discutibili e di privilegi lobbistici, sindacali e corporativi. L’importante è che niente cambi veramente: il sistema fiscale, quello sanitario, produttivo, bancario, l’organizzazione statale (regioni e province…) la scuola, la pubblica amministrazione, l’economia, il mercato del lavoro ecc.
In questo contesto il PD si sta dissolvendo.
Non so se sia un bene, visto che la guerra intrapresa dalla sinistra interna, in buona parte di matrice PCI, non appena il partito ha eletto a grande maggioranza un segretario di altra matrice, appare impossibile da sanare ed anche un nuovo congresso o nuove primarie, rischiano di non risolvere il problema di fondo: il carattere inconciliabile delle proposte politiche e della visione del partito, che si somma ad un ormai deteriorato rapporto personale.
C’è una via d’uscita? Io penso che Renzi dovrebbe, a questo punto, tentare un’ultima carta. Siccome ritengo che lui sia più adatto a fare il premier che il segretario del partito, si concentri su quel traguardo e lavori perché il partito scelga un altro segretario, a tempo pieno ed in grado di raffreddare i contrasti e fare una sintesi programmatica che riunisca e salvi il PD, come ha suggerito Gianni Cuperlo.
Ecco, io vedo proprio Gianni Cuperlo come futuro segretario, persona che ha dimostrato, al contrario di altri della minoranza, un atteggiamento leale e coerente, un fine intellettuale, preparato e serio, integerrimo e lontano da frequentazioni pericolose, stimato da tutti e adatto, secondo me, a fare il segretario. Magari potrebbe essere un nuovo Berlinguer, con un destino sperabilmente diverso.